Stazione 7

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Panorama su Punta S.Vigilio
”Suso in Italia bella giace un laco, a piè de l’Alpe che serra Lamagna sovra Tiralli, c’ha nome Benaco.” Dante Alighieri (Inferno XX, 61-63)
OLIVO
Olea europea, Famiglia Oleaceae. È una specie tipicamente mediterranea, introdotta dalla Grecia nel primo millennio a.C. Il frutto, l’oliva, può essere conservato in salamoia e così trattato costituiva, con il pane, uno degli alimenti base delle popolazioni mediterranee. Ma le olive sono principalmente usate per l’estrazione dell’olio. Nella nostra zona si coltiva molto grazie al clima mite dovuto alla presenza del lago di Garda. Il legno, durissimo e perfettamente levigabile, viene impiegato per lavori di ebanisteria, tornio ed intarsio.
FUSTO: corteccia grigia, tronco nodoso e torto.
FOGLIE: lanceolate, coriacee, colore verde scuro sopra e grigio-argento sotto.
FIORI: piccoli e bianchi, con due stami dalle punte gialle, in pannocchie; compaiono tra aprile e giugno.
FRUTTI: drupe ovali, contenenti un unico grosso seme, di colore dal verde al nero quando maturano.
L’olivo nel mito
L’olivo è il pane del povero, è nutrimento gradito agli dèi, fonte di luce e balsamo per il corpo. Sull’Acropoli di Atene in Grecia era oggetto di venerazione e la corona, formata dai suoi rami, era premio per i vincitori delle Olimpiadi. Dopo il diluvio universale, una colomba portò una foglia di olivo a Noè sull’arca, come segno di pace e simbolo di grande speranza. È l’elemento essenziale di varie cerimonie religiose: consacra ministri del culto, rende puri gli infermi e i neonati, conferma la fede dei cresimati. Inoltre la medicina antica ha fatto grande uso delle foglie e dei fiori dell’olivo sfruttandone le buone proprietà astringenti e depurative; nella nostra tradizione popolare le sue foglie venivano usate in infuso per abbassare la pressione e l’olio d’oliva entrava come componente in molte ricette ed unguenti medicamentosi.
ROVERELLA
Quercus pubescens, Famiglia Fagaceae. La roverella è la quercia tipica dei boschi delle colline e della bassa montagna; di accrescimento assai lento, è tradizionalmente governata a ceduo per ottenere in breve tempo legna da ardere e carbone. Le ghiande di roverella sono dolci e una volta erano impiegate per l’alimentazione dei suini. Furono utilizzate anche come cibo in tempo di guerre e carestie.
FUSTO: albero a chioma espansa alto fino a 25 m.
FOGLIE: alterne, forma ovale allungata, il margine è diviso in 5-7 paia di lobi interni.
FIORI: i fiori maschili sono riuniti in amenti penduli, quelli femminili sono solitari o a gruppi di 2-4.
FRUTTO: il frutto è una ghianda coperta fino a metà da una cupola di scaglie appressate.

l CTG El Preon Aps ha deciso di dedicare questo percorso fra natura, storia e tradizione alla memoria di uno dei soci fondatori del gruppo, Romano Giacomelli, instancabile sostenitore della cultura e del mondo scolastico cavaionese, recentemente scomparso.